Orchidea: guida alla coltivazione

L’orchidea è una pianta appartenente alla famiglia delle Orchidales. Questa famiglia è composta da piante erbacee perenni, alcune delle quali sono in grado di assorbire l’acqua presente nell’ambiente e le sostanze di cui necessitano per sopravvivere. Alcune ricerche dimostrano che questa pianta esiste da 86 milioni di anni. L’orchidea è una pianta straordinaria e si presenta con forme, colori e profumi diversi, ma accomunate tutte da un’indiscussa bellezza e fascino. Coltivare e prendersi cura dell’orchidea è semplice ed è possibile farlo a casa propria, con le giuste conoscenze e i giusti accorgimenti per saperle coltivare con successo.

Caratteristiche principali delle orchidee

L’orchidea è caratterizzata dalla presenza di 2 o 6 foglie di dimensioni abbastanza grandi, presentano una consistenza carnosa e fibrosa e un colore verde brillante molto intenso. Le foglie sono fondamentali in questa pianta perché è proprio qui che avviene l’immagazzinamento dell’acqua che servirà per alimentare e nutrire tutta la pianta.
Le radici sono molto robuste e resistenti, per questa ragione si ancorano molto bene al substrato, al tal punto che, quando si vuole trasferire l’orchidea da un vaso ad un altro, si hanno difficoltà a farlo correttamente e senza danneggiarla. È un processo che richiede molta attenzione e delicatezza, per evitare di rompere le radici. A livello delle radici sono presenti dei tubercoli, dei particolari organi di riserva che permettono la crescita e la sopravvivenza della pianta. Questi tubercoli danno il nome alla pianta, che deriva dal termine greco orchis (testicolo) e sono normalmente due: uno di colore scuro e appare avvizzito e rugoso, l’altro invece è bianco e carnoso, con all’interno presenti le sostanze nutritive di riserva della pianta per la primavera successiva. I fiori delle orchidee sono la parta più appariscente della pianta, possono avere diverse forme, dimensioni e colori molto diversi. Alcuni sono sgargianti e vistosi, altri meno; possono essere presenti fiori singoli o numerosi. Qualche fiore è portato all’ascella delle foglie, attaccato al fusto, altri sono portati agli apici della pianta.

Principali varietà

Esistono talmente tante varietà di orchidea che sarebbe impossibile descriverle tutte. Le principali varietà più coltivate sono rappresentate dall’orchidea Cattleya, un’orchidea epifita originaria dell’America centrale e meridionale, con fiori di colore bianco e fucsia.

La varietà Vanda proviene dall’Asia e dall’Oceania, produce fiori dall’aspetto molto appariscente, colorati e picchiettati di rosa fucsia. Il Dendrobium proviene dall’Asia e dall’Oceania, è un’orchidea epifita che possiede fiori colorati di giallo, rosa, fucsia e disposti singolarmente o in infiorescenza.

La Pragmioedium proviene dalle Filippine e dall’India e produce bellissimi fiori di colore variabile e, a seconda della specie sono bianchi, rosa e viola.

La Stanhopea proviene dal Messico ed è un’orchidea epifita con grandi fiori gialli paglierino, maculati finemente di nero.

La varietà di Paphiopedilum proviene dall’Asia e possiede grossi fiori con un tipico labello dalla forma a borsa. La varietà Odontoglossum invece arriva dalle Americhe e produce fiori grandi e vistosi, multicolori e screziati. Alcune specie appartenenti a questo genere sono profumate in modo molto gradevole.

Esposizione e clima ideale

L’orchidea, essendo originaria dei paesi tropicali, desidera una temperatura calda o tiepida. In linea di massima, non riesce a vivere bene né con temperature sotto ai 17°C, e nemmeno con quelle che superano i 24°C. La temperatura ideale è compresa tra i 17 e i 24 °C, ma essendo una pianta relativamente resistente, è possibile anche farla crescere a temperature più alte, fino a 35°C, purché messa all’ombra e con abbondante umidità e ventilazione.

I parametri di temperatura devono essere tenuti sotto controllo in modo costante per evitare danneggiamenti alla pianta. Soprattutto le temperature molto basse possono rovinare le foglie e i fiori, provocando macchie e ingiallimenti. Anche le correnti d’aria possono danneggiare la pianta, occorre quindi proteggerla ed evitare di spostarla da un posto all’altro. 

È una pianta che necessita di molta luce, ma non della luce diretta perché, vivendo nelle foreste tropicali, cattura la luce del sole attraverso le foglie degli alberi. In estate è consigliabile tenere la pianta al riparo dai raggi del sole, che brucerebbero le foglie, ma scegliere comunque una posizione ben illuminata e non lasciarla all’ombra perché la mancanza di luce ne compromette la fioritura. In inverno, invece, collocarla in un luogo luminoso, vicino ad una finestra, soprattutto nelle giornate grigie. Considerata l’origine tropicale della pianta, l’orchidea ha bisogno di alti livelli di umidità, che si aggirano intorno al 70% quindi, monitorare la presenza di umidità nell’ambiente ed essere sicuri delle condizioni ideali per la salute della pianta.

Fioritura orchidea

La fioritura dell’orchidea è molto elegante, per farla fiorire occorre tagliare il fusto sopra l’ultimo nodo non appena i fiori iniziano ad appassire. Un’altra tecnica maggiormente diffusa per stimolare la produzione di fiori, prevede di sottoporre la pianta a diverse temperature tra il giorno e la notte. In genere la differenza di temperatura è di 5°C, avendo cura di non sottoporla ad eccessivi stress termici al di sotto dei 10°C. 

Quando annaffiarla

L’irrigazione è diversa in base alla stagione; quando fa più caldo bisogna annaffiare l’orchidea dalle due alle quattro volte a settimana, mentre in inverno è sufficiente una sola volta a settimana. Il modo migliore per annaffiarla è per immersione: il vaso va lasciato in un contenitore pieno di acqua per 10 minuti e successivamente è lasciato sgocciolare per eliminare l’eccesso di acqua. Vanno annaffiate evitando di lasciare ristagni idrici nelle parti aeree, che possono causare l’insorgenza di marciumi. Un altro aspetto da considerare è la qualità dell’acqua di irrigazione. Occorre ricordare, infatti, che l’acqua del rubinetto è ricca di cloro e dovrebbe essere quindi evitata, per queste piante è preferibile l’acqua piovana o quella demineralizzata, va bene anche quella del condizionatore. 

Come e quando concimarla

Per natura, l’orchidea, non richiede grandi quantità di elementi nutritivi. Per lo sviluppo richiede azoto, fosforo e potassio, ma anche calcio, magnesio, zolfo e microelementi come rame, zinco e ferro. La concimazione deve avvenire sempre quando il terreno è bagnato, perché l’acqua è indispensabile per l’assorbimento e perché un eccesso di concime può portare a ustioni. La concimazione va effettuata ogni 10 giorni - 4 settimane, a seconda della stagione vegetativa e delle esigenze di ogni varietà. In linea generale, è consigliabile utilizzare un fertilizzante specifico per orchidee, dove l’azoto sia in forma ureica. Nel periodo primaverile è raccomandato erogare un concime ad alto contenuto di azoto, nel periodo di sviluppo delle radici e in quello della fioritura, è opportuno variare le proporzioni tra i tre elementi.

Potatura e moltiplicazione

Esistono diverse possibilità di potatura dell’orchidea, la prima è quella di lasciar seccare tutto in modo naturale o tagliare tutto lo stelo o solo al secondo internodo per non eliminare proprio tutto. Per la moltiplicazione occorre che la pianta abbia almeno due anni e sia ricca di radici piuttosto lunghe, innaffiare abbondantemente il substrato con acqua tiepida, estrarre la pianta dal vaso sollevandola con delicatezza ed eliminare il terriccio ancorato alle radici. Staccare una delle radici con le dita e trasferirla in un nuovo vasetto. Sistemandola sul fondo in modo da formare una spirale, e coprire con del substrato. La moltiplicazione può avvenire anche attraverso i keiki, delle piccole piante che si sviluppano dalla pianta principale, che possono essere staccati e piantati quando spuntano le radici.

Malattie più comuni e rimedi naturali 

L’orchidea non è particolarmente soggetta a malattie e parassiti e quindi non richiede particolari attenzioni da questo punto di vista. Tuttavia, è fondamentale monitorare la qualità e le condizioni ambientali in cui si trovano le piante perché sono questi gli elementi che provocano il deperimento e la morte delle orchidee.

Se questi elementi sono tutti corretti e monitorati costantemente, infatti, le orchidee si trovano nelle condizioni ideali per la fioritura, che può avvenire anche due o tre volte all’anno. Questa si verifica soprattutto nei mesi invernali, in linea generale dal mese di dicembre a quello di aprile, ma molto dipende dalla varietà specifica di pianta e dalle condizioni ambientali in cui si trova.

È comunque possibile che la pianta si ammali, le principali malattie sono gli acari, le cocciniglie o insetti patogeni da combattere con un insetticida specifico o con prodotti di origine naturali come l'Olio di neem. Sono soggette a malattie fungine come il marciume che attacca le parti aeree e le radici.

Per la prevenzione della malattie bisogna fare attenzione ad alcune regole: quando si acquista una nuova pianta, deve essere tenuta lontana dalle altre per un paio di giorni, per assicurarsi che sia in buona salute; le parti aeree dell’orchidea non devono rimanere bagnate durante le ore notturne; la ventilazione deve essere adeguata; l’irrigazione non va mai effettuata nelle ore più calde della giornate per evitare shock termici; è importante eliminare qualsiasi parte della pianta che presenta sintomi di marcescenza; gli strumenti utilizzati devono essere ben sterilizzati per evitare il passaggio di infezioni da una pianta all’altra.